Coronavirus, si aggrava il bilancio dei medici morti. Mumoli in una lettera al Corriere: “Ai calciatori i tamponi, a noi no”.
ROMA – Si aggrava il bilancio dei medici morti con o per coronavirus. Nella giornata di lunedì 23 marzo 2020 sono due i dottori che hanno perso la vita con un bilancio complessivo salito a 24. Stiamo parlando di numeri molto alti ma allo stesso tempo provvisori perché chi sta combattendo il nemico invisibile in prima linea continua ad essere in pericolo.
Il dottor Mumoli al ‘Corriere della Sera’: “Ai calciatori i tamponi, a noi no”
Da tempo i medici chiedono tamponi quotidiani per verificare un eventuale contagio. La risposta da parte di Palazzo Chigi non è arrivata con il primario dell’ospedale di Magenta che, in una lettera inviata al Corriere della Sera, ha parlato di discriminazione per i test effettuati a calciatori e attori che non hanno sintomi.
“Una dottoressa al lavoro fra pazienti affetti da Covid-19 – si legge nel testo – si è ammalata. Dopo molte chiamate ai numeri nazionali le è stato negato il tampone. Eppure le pagine delle cronache riportano le buone condizioni di diversi personaggi famosi, a cui il tampone è stato fatto“.
I medici chiedono maggiore rispetto
Non vogliono essere chiamati eroi ma i veri protagonisti di questa lotta chiedono solo maggiore rispetto sia da parte degli italiani che dallo Stato. Da tempo è stata avanzata la richiesta di essere sottoposti a tamponi quotidiani per verificare il loro stato di salute.
I numeri sono molto alti. Oltre 3.000 i dottori trovati positivi al coronavirus con 24 morti. Una richiesta di aiuto che il Governo non ha ancora accolto con i test che vengono effettuati solo ai sintomatici. E proprio per questo motivo una delle dottoresse che ha contratto il Covid-19 ha chiesto di lasciare a casa i medici indenni e di far lavorare loro, visto che non rischiano un nuovo contagio.
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fonte foto copertina https://www.facebook.com/groups/test.medicina.2017/